Psicoterapia: quando e perché?
In alcuni momenti della vita la sofferenza psicologica si può manifestare in modi diversi, tra i quali sintomi d’ansia, attacchi di panico, malesseri fisici non spiegabili dalla medicina; ci si può sentire tristi, abbattuti, senza speranza e non riuscire a trovare una spiegazione o le giuste parole per capire che cosa sta accadendo.
Situazioni diverse possono concorrere a causare queste reazioni: cambiamenti esistenziali pregnanti, esperienze di perdita e di lutto, eventi di malattia propria o di un familiare, momenti difficili nella relazione con persone importanti della propria vita. In ognuno di questi casi una consulenza psicologica può aiutarci a ridefinire il significato di ciò che sta avvenendo e ad individuare il percorso più adatto per trovare un nuovo equilibrio. Rivolgersi ad uno psicologo o ad uno psicoterapeuta è tuttavia frequentemente etichettato come negativo o vergognoso. Ci convinciamo di essere “matti” e deboli, incapaci di “farcela da soli”; e chissà, poi, cosa penseranno gli altri di noi.
La psicoterapia genera il terrore della dipendenza: si chiede al terapeuta di guardarci dentro, ma al contempo si è spaventati di ciò che si potrebbe incontrare, di sé, e di non riuscire più a fare niente da soli. Un po’ come se si rischiasse di sconvolgere (in male) la propria esistenza.
Si crea un circolo vizioso per cui la sofferenza genera nuova sofferenza: nel sentire di non poter chiedere aiuto, di poter anche solo condividere il segreto dolore che ci portiamo dentro.
E questo costituisce un paradosso, in quanto l’obiettivo finale dello psicologo è esattamente il contrario: aiutare le persone ad essere maggiormente autonome, a sentirsi più libere di scegliere, attraverso una sempre maggiore consuetudine nello stare con sé; a comprendere, in un lavoro a quattro mani, il significato delle difficoltà affrontate e poterle inserire nella trama, più complessa, della propria vita.
L’obiettivo dell’intervento terapeutico non è mai solo il superamento del problema attuale ma anche la costruzione di strumenti, pensieri ed emozioni nuove che permettano di far fronte ai momenti critici futuri.
La psicoterapia si inserisce dunque, in uno spazio dove sembra esserci solo confusione, solitudine e silenzio, come sfida esistenziale e strumento di possibilità e parole nuove.